Ci è sempre piaciuto dire la nostra sui miti veri e falsi della cucina
Ogni cibo ha proprietà terapeutiche diverse e specifiche per ogni funzione del nostro organismo che, se combinate nel modo corretto, ci permettono di raggiungere uno stato di benessere fisico e mentale: dobbiamo tornare alle origini del termine dieta che non significa solamente perdita di peso, ma dal greco DIAITA letteralmente “stile di vita”, indica anche un modo di vivere ideale in cui l’alimentazione assume primaria importanza insieme a un costante movimento fisico.
Dobbiamo educarci all’alimentazione, così da raggiungere la consapevolezza che la scelta quotidiana dei cibi si ripercuote sulla nostra salute. Passo fondamentale per una corretta alimentazione è il valore aggiunto della qualità del cibo, ricordandoci che mangiare è un piacere e che anche la psiche vuole la sua parte: una tavola colorata ci farà accomodare con maggiore soddisfazione.
È risaputo che ogni giorno si dovrebbero consumare almeno cinque porzioni di frutta e di verdura: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha comunicato che un consumo adeguato cambierebbe la mappa mondiale delle malattie cardiovascolari. Con 600 grammi di frutta e verdura al giorno si eviterebbero 135 mila decessi, diminuirebbero di un terzo le malattie coronariche e l’11 per cento degli ictus. Al momento però, le cinque porzioni arrivano in media a 400 grammi, la quantità minima consigliata per un menu salutare.
Una corretta alimentazione presuppone di consumare alimenti stagionali, maturati grazie alle condizioni climatiche che garantiscono tutti i nutrimenti di cui ha bisogno il nostro organismo in quel particolare periodo dell’anno; diventa perciò fondamentale imparare il calendario della frutta e della verdura per essere così sempre informati sui prodotti che compriamo.
L’antropologo americano Marvin Harris, famoso studioso delle culture alimentari, afferma che “è buono da mangiare ciò che è buono da pensare”, esprimendo un concetto che evidenzia l’importanza dei colori nelle nostre scelte gastronomiche, fatto ben recepito dalle grandi industrie che, oltre a prodotti tradizionali, hanno lanciato sul mercato prodotti innovativi: come non ricordare il gelato blu “gusto puffo” particolarmente apprezzato dai bambini?
Anche i produttori avicoli hanno sposato la teoria dei colori, perchè da anni aggiungono pigmenti ai mangimi delle galline per avere uova dal guscio più ambrato che ricordano maggiormente il colore delle uova del pollaio e che appagano di più gli occhi rispetto a quelle bianche, pur mantenendo composizione e valore nutritivo inalterato.
L’importanza della vivacità dei colori è determinante nella cottura delle verdure: meglio sbollentarle velocemente in modo che le sacche d’aria presenti nelle cellule vegetali agiscano come lente esaltando il verde dei granuli della clorofilla. L’antica tradizione medica cinese classificava i colori in base ai sapori: il rosso per l’amaro, il giallo per il dolce, il bianco per il piccante, il nero per il salato, il verde per l’acido: ciò che più conta è che i pigmenti che colorano frutta e verdura non hanno solo una funzione visiva, ma producono effetti benefici su tutto l’organismo.
La cromoterapia oggi è una terapia integrativa, pur non supportata ancora dal mondo scientifico, che vede come elemento comune delle sue diverse pratiche l’assorbimento del colore da parte del nostro organismo per riportarlo in equilibrio. Il colore a tavola ha un ruolo primario, perché influenza la scelta di un cibo piuttosto che un altro: sembra che il nostro organismo abbia un’intelligenza innata per scegliere i vegetali ricchi delle sostante di cui abbiamo bisogno. La cromoterapia alimentare si fonda sul presupposto che i colori di ciò che mangiamo possano influenzare non solo le sensazioni di sazietà o fame ma anche l’umore.
I cultori dello yoga concordano sull’importanza del rapporto tra cibo e colore, sostenendo che i nostri orientamenti alimentari sono dettati, oltre che da concrete esigenze fisiologiche, anche dai bisogni dell’animo: il modo in cui il cibo è presentato, ed i suoi colori in particolare, influenzano le nostre scelte perché li associamo a sensazioni gradevoli o spiacevoli.
La vista, essendo un senso dominante, ci fa entrare in relazione con gli oggetti che ci circondano ed è il senso che, ancora prima del gusto, ci guida nella scelta dei cibi. Quando un alimento si presenta di un colore diverso da quello a cui siamo abituati, diventiamo subito diffidenti: la colorazione è segnale di pericolo perché ci indica, ad esempio, se un frutto è acerbo, maturo o marcio, quindi ancora prima di assaggiarlo potremo avere già un’idea del suo gusto, aspro, dolce o acido. Il colore ci guida nella scelta dei piatti, perché spesso rispecchia il nostro umore: frutta e verdura contengono dei pigmenti fitonutrienti che esercitano una naturale funzione visivo-attrattiva sulle nostre scelte alimentari, producendo effetti benefici sul nostro umore.
La conoscenza del significato del colore degli alimenti ci fa comprendere molte cose:
Chi mangia troppo velocemente dovrebbe consumare cibi verdi, colore di mezzo tra il blu e il giallo, che porta stabilità ed è il colore dell’anti voracità. Il verde sostiene il sistema nervoso e aiuta a sentirsi in pace con il mondo.
Mangiare rosso contrasta le malattie del cuore e i tumori, aiuta la vista e la pressione sanguigna, ma se ne abusiamo può creare stati di ansia e di agitazione. È il colore per ritrovare fiducia in noi stessi, allontanando la malinconia e la depressione.
Il nero, ricco di mistero, è simbolo della fertilità e infatti in natura i semi sono di colore scuro. I cibi di questo colore favoriscono il sonno, in quanto si tratta di una colorazione che simbolicamente assorbe e annulla l’energia. Gli alimenti di questo colore o comunque scuri sono riconosciuti come salutari.
I golosi sembrano preferire il giallo perché trasmette energia, allegria, senso di benessere, estroversione; se si hanno problemi di digestione si dovrebbero consumare alimenti arancioni e gialli per favorire la produzione di succhi gastrici e ridurre le tensioni addominali.
Il bianco, utile per cuore e ossa, è il colore della semplicità e della depurazione, viene infatti associato a cibi basici come latte o carboidrati in generale. Mangiare bianco ci predispone alla tranquillità e all’equilibrio, favorisce la concentrazione e ci aiuta a disintossicarci.
Se si volesse perdere peso, occhio ai colori! Meglio evitare il rosso che stimola l’appetito, pur essendo la tinta preferita dalle persone dinamiche. Se si ha bisogno di energia, meglio evitare il verde, colore della serenità e della tranquillità; il nero pare stimolare l’eros e crea mistero, infatti alimento simbolo è il cioccolato che, si sa, vanta legioni di estimatori e molte credenze legate all’afrodisiaco. Il blu e il viola sono le tinte dell’equilibrio, gli alimenti di questi colori vengono considerati i migliori antidoti contro la fame nervosa, sono preziosi alleati per chi vuole dimagrire, oltre ad essere ricchi di antiossidanti.
Ora che conosciamo tutto sui colori e sul valore che porta agli alimenti, possiamo iniziare a mangiare in base al nostro stato d’animo e a come ci piacerebbe sentirci, per tornare in armonia con noi stessi: a tavola ormai se ne sentono e se ne dicono di tutti i colori!
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